La lunga rotta. Solo tra mari e cieli by Bernard Moitessier

La lunga rotta. Solo tra mari e cieli by Bernard Moitessier

autore:Bernard Moitessier
La lingua: ita
Format: mobi, azw3
Tags: Giornale di Bordo, Nautica, Grandi Capi
editore: Editrice Incontri Nautici
pubblicato: 2013-12-18T00:00:00+00:00


CAPITOLO 16 – Una notte...

La notte è avvolta in un'ovatta lattiginosa. La Luna piena traspare di tanto in tanto quando i banchi di nebbia diventano più fluidi sotto gli strati. Tutto il mare riluce di placche verdastre fosforescenti. Romba un po'. È perché la nebbia soffoca i rumori. Forse anche perché l'Horn è molto vicino adesso e perché i treni di onde lunghe secondarie non sono più gli stessi di quelli dell'oceano aperto.

Da un lato c'è la Terra del Fuoco, a distanza di sicurezza ma già abbastanza vicina perché nessuna onda maggiore venga da lì. Dall'altro, la terra di Graham con le sue banchise, 500 miglia a Sud Sud-Est, molto lontana per la mia scala, molto vicina a quella del globo. E a prua, l'isola Horn con altre isole accanto, che sbarrano la strada alle onde che potrebbero venire da Est.

È senza dubbio il motivo per cui il mare romba un po' nonostante il vento e l'altezza sorprendente delle onde in questi paraggi. C'è anche il fatto che il vento viene da Nord-Ovest, quasi da Nord Nord-Ovest.

Non è una burrasca nel vero senso della parola, perché il barometro fa quasi il bravo, pur essendo in leggera diminuzione. Il vento però soffia forza 7 abbondante e Joshua corre con l'ultima mano di terzaroli alla mezzana, due mani alla randa, una alla trinchetta e la tormentina di 5 mq. Corre molto veloce zigzagando un po’ troppo nel mare mosso. Ma è dura risolversi a ridurre la vela finché non c'è una minaccia reale e si ha voglia di ritrovarsi il prima possibile dall'altra parte.

Ero riuscito per miracolo a effettuare un punto impeccabile in mattinata. Il sole non aveva voluto mostrarsi per ore, poi ha avuto un momento di disattenzione al passaggio di uno strato meno spesso, e ho potuto riportare il suo brutto muso pallido sull'orizzonte. Stesso colpo di fortuna per la seconda retta, appena due ore dopo. Due ore fra due rette non è l'ideale, ma ero molto soddisfatto perché pioveva per la meridiana, e da allora, il sole non si è più fatto vedere.

Spero di vederlo un momentino domattina, per non essere obbligato a passare a tentoni tra Diego Ramirez e l’Horn. Troppo a Nord, c'è la Terra del Fuoco, troppo a Sud il rischio degli iceberg.

La prua romba nella notte ovattata. Bisogna avvicinarsi per udirla bene. Invece, si sente dappertutto in cabina. Corriamo molto forte.

Il sole è tramontato alle ore 20 secondo le effemeridi. Non l'ho visto a causa del tempo coperto. Ma la Luna è lì, sopra gli strati; rischiara la notte. Inoltre è ancora giorno sulla banchisa, lontano a Sud. Se il cielo non fosse coperto, vedrei l'orizzonte tutto bianco a dritta grazie ai raggi del sole riflessi dal ghiaccio. Navigare nei canali aperti della banchisa... avrei comunque paura di spingermi così lontano nel paese del biancore.

Subito dopo la Nuova Zelanda, quando il tempo era così bello, guardavo spesso laggiù. Fare una deviazione, vedere, sentire e ripartire ben svelto prima che fosse troppo tardi, portando via quel sogno bianco punteggiato d’iceberg azzurrini in fondo a me per sempre.



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